Lettera di Don Paolo all’Inizio dell’Avvento

Carissimi,

penso che per un ebreo la distruzione del tempio predetta da Gesù nel brano di Marco 13,1-27 fosse da considerarsi una prova seria per la sua fede: se Dio ha deciso di abitare in mezzo al suo popolo nel tempio di Gerusalemme perché permette che tale tempio venga profanato e distrutto?

Un Dio che permette questo, che permette che altri diventino padroni in casa sua, è davvero un Dio fedele all’alleanza con il suo popolo?

La stessa domanda, la stessa fede messa alla prova che anima un ebreo davanti al destino del tempio di Gerusalemme, potrebbe animare un cristiano davanti ad eventi quali guerre, carestie… la pandemia…

Se Dio c’è ed è buono e fedele perché tutto questo male, tutto questo dolore?

Perché ci sono guerre, terremoti, carestie, la pandemia?

Perché gli amici di questo Dio buono e fedele, proprio in nome di questo Dio, arrivano ad essere perseguitati ed uccisi ancora oggi?

Se Dio è buono e fedele non dovrebbe combattere il male fulminando preventivamente tutti i malintenzionati, tutti i guerrafondai, tutti i persecutori e garantire pace, tranquillità, quieto vivere ai suoi amici?

Nel Vangelo sopra citato Gesù ci dice che il suo modo di combattere il male non è quello di fulminare preventivamente chi il male sta per compierlo, ma quello di stare vicino e dare forza a chi lo subisce… fino al suo ritorno definitivo.

Un ritorno definitivo cui ci richiama con forza il tempo d’avvento: tempo nel quale non solo ci prepariamo a celebrare il Natale ma tempo nel quale – soprattutto – ci viene ricordato che mentre ci prepariamo a celebrare la prima venuta di Gesù nel mondo (il Natale appunto), stiamo attendendo la seconda e definitiva venuta di Gesù.

Così l’avvento diventa quel tempo che ci richiama il giusto modo di vivere, oggi, l’attesa di questo ritorno definitivo.

E il giusto modo per attendere il ritorno definitivo di Gesù è vivere al meglio il presente ricordandoci che quel Gesù venuto nella carne 2000 anni fa e vincitore della morte, si prende cura di ciascuno ed è vicino a ciascuno anche quando ci verrebbe da pensare il contrario; che quel Gesù venuto nella carne 2000 anni fa e vincitore della morte ci invita a credere e sperare che il male non vincerà sul bene anche se a volte ci verrebbe da pensare il contrario; che quel Gesù venuto nella carne 2000 anni fa e vincitore della morte ci invita, in ogni situazione, ad essere portatori di bene, di vero, di bello anche se a volte saremmo tentati di pensare che non serve a nulla.

Buon cammino d’avvento: che ciascuno nel suo quotidiano possa seminare bellezza, bontà, verità ed essere così segno, in questo tempo doloroso, complicato, faticoso, della tenerezza, della bellezza, della verità di Dio.

 

vostro, don Paolo